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Padre e Pastore #14 | Venne la vittoria

Family News Service / 27.11.2021
fot. Instytut Prymasowski, wyszynskiprymas.pl
fot. Instytut Prymasowski, wyszynskiprymas.pl

Il Primate Stefan Wyszyński è rimasto nella memoria dei polacchi come statista, difensore della fede, della libertà della Patria e dell’assoluta dignità umana.


La più grande vittoria della fede del Cardinale Wyszyński è stata senza dubbio l’elezione del Santo Padre Giovanni Paolo II, che ha disse: “Venerabile e Amato, mio Padre Primate! Permettimi che dica semplicemente quello che penso. Nella Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, che oggi, pieno di timore di Dio, ma anche pieno di fiducia, inizia un nuovo pontificato, se non fosse per la Tua fede, che non si sottrasse alla prigionia e alla sofferenza, per la Tua eroica speranza, per il Tuo affidamento senza riserve alla Madre della Chiesa, se non fosse stato per Jasna Góra e per tutto questo periodo della storia della Chiesa nella nostra Patria, che è legato al Tuo ministero episcopale e di Primate”.

In molti discorsi pronunciati dal Primate di ritorno nel Paese dal conclave, troviamo un riferimento al mistero della scelta del Santo Padre Giovanni Paolo II. Il 23 novembre 1978 disse a Jasna Góra:

“Credete che sia stata opera di Dio, opera di Cristo nello Spirito Santo e della Sposa dello Spirito Santo – la Madre di Cristo! È così che tutti l’hanno inteso. Nessuno si è stupito della scelta di uno straniero, un polacco per giunta. Ha reso tutti felici. Ed era una gioia così grande che era impossibile difendersi dal suo significato. Quanti cardinali, persone anziane, hanno pianto di gioia! E le lacrime sono forse il miglior interprete dei sentimenti…

Quando mi sono avvicinato a Giovanni Paolo II per il primo omaggio, le nostre bocche si sono aperte quasi contemporaneamente al nome della Madonna di Jasna Gora: questa è opera sua! Ci abbiamo creduto fortemente e ci crediamo ancora”.

Dal momento dell’elezione del Santo Padre Giovanni Paolo II, il Cardinale Wyszyński ha pregato per lui in ogni Santa Messa, in ogni Appello di Jasna Góra, in ogni Rosario. “Perché lui cresca, e io diminuisca” – ripeteva come S. Giovanni Battista. Si rallegrava di ogni risultato del Santo Padre. Lo sostenne con la preghiera e con il sacrificio della sua vita.

Quando il 13 maggio 1981 lo stesso Primate, gravemente ammalato, venne a conoscenza dell’attentato alla vita del Santo Padre, si accucciò sotto il peso di questa notizia, dicendo: “Ne ho sempre avuto paura”. Da allora ha offerto tutto per Giovanni Paolo II. Il 14 maggio 1981, nell’ultimo discorso ai fedeli della Capitale, riprodotto da una cassetta audio durante la Santa Messa davanti alla Chiesa di S. Anna, disse: “E per questo che vi chiedo, che queste preghiere eroiche che offrite per me a Jasna Góra e nelle Chiese di Varsavia e diocesane, ovunque, offritele tutte in questo momento insieme a me alla Madre di Cristo, implorando salute e forza per il Santo Padre. Facciamo questi piccoli sacrifici affinché la nostra ‘monetina della vedova’ ottenga la misericordia di Dio, affinché Cristo possa discernere il grande amore che abbiamo per il Suo Sostituto sulla terra”.

E nel discorso di addio al Consiglio Principale del 22 maggio troviamo parole che testimoniano che il cardinale Wyszyński ha offerto consapevolmente la sua vita e le sue sofferenze per Giovanni Paolo II.

“Santo Padre! Non abbiamo bisogno di parlare dei nostri sentimenti per lei e di questa semplicemente strana sincronizzazione delle nostre vite, soprattutto negli ultimi anni, fino a questo momento. Questa sincronizzazione mi obbliga personalmente al Santo Padre, e accetto questo obbligo consapevolmente, con piena comprensione e docilità”.

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