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Padre e Pastore #12 | La cosa più importante sulla terra è l’essere umano

Family News Service / 26.11.2021
Kard. Wyszyński w Bachledówce na wakacjach, fot. Instytut Prymasowski Kardynała Stefana Wyszyńskiego
Kard. Wyszyński w Bachledówce na wakacjach, fot. Instytut Prymasowski Kardynała Stefana Wyszyńskiego

Il Primate Stefan Wyszyński è rimasto nella memoria dei polacchi come statista, difensore della fede, della libertà della Patria e dell’assoluta dignità umana.


La difesa della dignità della persona umana è la direzione fondamentale del pensiero del Cardinale Stefan Wyszyński; il timone del suo insegnamento su Dio, che ha sempre posto in relazione all’uomo – come Padre amorevole, Figlio salvatore e Spirito Santo santificante. Ha suscitato la speranza, ha convinto che anche nelle situazioni più difficili non tutto è perduto. “L’uomo più maltrattato, il più biasimato, gravato da tutti i codici penali, rimane ancora un uomo, perché i peccati possono essere rimessi e l’umanità rimane”.

Il Primate ha sottolineato con insistenza la necessità della ‘riabilitazione’ della persona. Riteneva che il futuro dipendesse da questo. “Una profonda ricerca della verità deve iniziare in noi, soprattutto nella natura umana. Conoscerla profondamente e completamente, capire chi è veramente la persona è la grande salvezza per il mondo moderno”.

Anche per i criminali, il Primate vedeva un’opportunità nella misericordia di Dio. “Anche se perdessimo la nostra vita agli occhi del mondo e il mondo ci rigettasse, condannandoci a morte, come i ladri alla crocifissione – questa rimane la valutazione del mondo. C’è ancora la valutazione di Dio, Dio annulla il giudizio del mondo – “è colpevole di morte” – e annuncia il suo giudizio divino: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”.

Tra i diritti umani, al primo posto il Primate aveva messo il diritto alla vita. Cercò di guidare le questioni della Chiesa e della Patria in modo tale che nessuno perisse. Non mi perdonerei, ripeteva, se per causa mia morisse anche solo una persona. Il Primate non ha combattuto con nessun sistema, ma in ogni sistema ha combattuto per la persona.

Ci ha ricordato instancabilmente che l’unico Signore della vita è Dio, il padre dell’uomo è Dio. Così, l’uomo non ha il diritto di decidere sulla vita umana, anche la più piccola e indifesa. La vita umana è un dono di Dio, del Suo bellissimo Amore, l’Amore eterno e invincibile. L’essere umano che è nato è immortale, vivrà eternamente, anche se la storia della sua vita sulla terra è stata interrotta.

L’interruzione della vita di un bambino è sempre illegale. “A una madre moderna viene falsamente spiegato che la vita che sta prendendo forma in lei è un ‘invasore’, un ‘aggressore ingiusto’. La ingannano dicendole che ha il diritto di difendersi da questo aggressore. E infine – orrore degli orrori – le viene dato il ‘diritto’ che nessuno, nemmeno il più ingiusto procuratore ha, di riprendersi la sua vita! Secondo i codici di diritto penale solo dopo un procedimento lungo e arduo è possibile pronunciare: ‘è colpevole di morte’. Ma qui senza sentenza, un’unica volontà di una persona, forse temporaneamente tormentata, povera o malata, condanna a morte! Domandiamoci: con quale diritto? Perché il Diritto Universale e Fondamentale alla Vita ‘Non uccidere’ qui dovrebbe essere sospeso?”

La questione della vita di un uomo nuovo non è una questione privata dei due genitori – madre e padre – insegnava il Primate. È una questione che interessa tutti, e soprattutto il nuovo essere, che ha il diritto di esistere e che nessuno può condannare a morte.

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