Perle del #WYSZYNSKI | La Fede
foto: Istituto del Primate
Tratti da discorsi e scritti del Cardinale STEFAN WYSZYŃSKI, beatificato il 12 settembre 2021, amico di Giovanni Paolo II.
Padre, Figlio e Spirito Santo
197.
C‘è una relazione diretta tra Dio, Uno nella Santissima Trinità, e tutti noi e con ciascuno di noi individualmente. Ecco perché siamo battezzati nel nome della Santissima Trinità, in modo da essere consapevoli che questa unità della Trinità si è, per così dire, stabilita nella nostra personalità, l’ha presa in suo possesso e ci plasma costantemente in sé, perché Dio abita in noi.[i]
198.
La Santissima Trinità agisce incessantemente in ciascuno di noi. Il Padre ci manda suo Figlio Gesù Cristo non solo nella prima venuta, nel Natale, ma lo manda a tutti i suoi figli, che moltiplica nella sua abbondanza Paterna, perché in cielo ci siano quanti più amici di Dio possibile e perché ci siano quante più persone possibile chiamate a vivere felici nella sua amicizia, felicità e gioia. Perché Dio è il sommo Bene, e ogni Bene – figuriamoci il Sommo! – ha la caratteristica che deve essere condiviso.[ii]
199.
Ogni azione sacrificale è diretta alla gloria del Padre. Tutto il potere dell’azione e del nostro coraggio viene dal Figlio che riposa nelle nostre mani. Tutta l’efficacia del ministero sacerdotale scaturisce dallo Spirito Santo, Signore che dà la vita (Credo). Il sacrificio della Messa non è forse l’espressione più reale della nostra comunione con la Santissima Trinità? [iii]
200.
Ho ancora il diritto di dire “Padre” e non lo perderò mai. Anche se invecchio, se vedo i figli dei miei figli intorno a me. Non perdo per questo il Padre e il mio diritto su di Lui. Tutta la mia vita scorre sotto questa legge eterna, anche se sono condannato ad essere bandito da tutte le società. Il padre non può rinnegare il figlio, non mi può negare il diritto di chiamarlo Padre. In questo, anche la più totale volontà umana è impotente. La legge della natura e della vita, la legge del sangue e del cuore sono più forti del diritto costituito. Anche quando mio Padre arrossisce di vergogna, ricordando suo figlio, con questo rossore non fa che confermare il mio diritto nei suoi confronti. Perché qui il rossore manifesta la verità. [iv]
201.
Padre! Hai formato la mano materna che si prende cura del bambino. Io sono giunto quando era già formata. Questa mano è stata la prima a percepirmi, la prima a toccarmi, la prima a riconoscermi e a precipitarsi in mio aiuto, che Tu ha voluto mostrarmi sulla terra. È lo strumento perfetto e tenero della Tua mano paterna. Tutto ciò che ho sperimentato grazie a questa mano materna è il Tuo paterno servizio alla persona. Quanto è meravigliosa questa mano! Stranamente delicata e abilmente adatta a qualsiasi servizio; sensibile e pronta a darmi riparo a qualsiasi prezzo. E così pulita che nulla la macchia, che tutto lava. Avresti potuto, Padre, donarmi un aiuto migliore, di quel prolungamento della tua paterna mano di Provvidenza, che con le dita di mia Madre giunge fino ai miei piedi? Attraverso di loro hai asciugato la mia prima lacrima, attraverso di loro mi hai lavato dal sangue della mia nascita, attraverso di loro mi hai offerto il mio primo nutrimento, attraverso di loro mi hai dato il primo abbraccio, attraverso di loro mi hai portato il primo bacio.[v]
202.
La volontà di Dio è sempre l’Amore. L’obbedienza alla volontà di Dio è obbedienza all’amore.[vi]
Tale è la giustizia di Dio: che una vita piena d’amore Egli la ripaga con un amore eterno, che non si spegnerà e non morirà.[vii]
204.
La misura della misericordia di Dio non è tanto la santità e la gloria dei Suoi amici, quanto la salvezza dei più grandi malfattori. Solo la vista dei criminali redenti, che il mondo intero ha odiato ma che Dio invece ha salvato, ci apre gli occhi alla potenza della misericordia di Dio. Ma questo può avvenire solo nella vita futura, perché al momento non siamo in grado di comprenderlo. Dobbiamo prima conoscere bene la nostra propria miseria nel Giudizio Universale per capire perché Dio non rinuncia ai malfattori.[viii]
205.
A volte abbiamo una visione sbagliata di Dio. Lo temiamo troppo, ne abbiamo troppa paura. Il più delle volte Lo vediamo come il Giudice dei vivi e dei morti. Lo è, è vero, ma non ci pensiamo troppo? Non è che per caso pensiamo troppo poco al fatto che prima di tutto è Dio-Amore, Dio-Vita, Dio-Grazia, Dio-Verità, Dio-Saggezza, Dio-Gioia, Dio-Letizia. Solo pensando in questo modo avremo l’immagine corretta di Dio. Consapevoli di questo, smetteremo di avere paura di Lui. A Dio non interessa che lo temiamo, ma che ci innamorarci di lui, che Lo amiamo.[ix]
206.
Il più meraviglioso frutto dell’amore del Padre è l’uomo, perché nell’uomo c’è l’amore. Di tutte le creature che esistono, solo l’uomo sa amare, solo lui ha bisogno dell’amore e può manifestarlo. Pertanto, l’uomo è considerato la più perfetta creazione di Dio. Attraverso l’amore che è dentro di noi, tendiamo al grande Amore, che è Dio.[x]
207.
Dio non può fare a meno di amarti! Credilo! Non può. In questo consiste la sua “debolezza”; la debolezza dell’Onnipotente, che deve amarti. E credilo. Finora se ne è parlato poco. Se i teologi moderni con confermano questo, allora non dicono la cosa più importante, ciò di cui si ha più bisogno.[xi]
208.
A noi pare che Dio sia così lontano, ma in realtà ci abbraccia incessantemente. Ognuno di noi è tra le Sue braccia. Come una madre, che prendendosi cura del suo bambino, si dimentica del mondo intero, perché ha tra le braccia il figlio, così il Padre Celeste ancora più perfettamente “non ricorda” nulla, perché Ti ha tra le sue braccia. Sei il frutto della Sua amorevole volontà.[xii]
209.
Cristo è veramente uno di noi! Non è un qualche delegato o messaggero del cielo che compare non si sa bene da dove. È uno di noi! Giustamente i Vangeli citano la genealogia del nostro Signore Gesù Cristo ed elencano: genuit, genuit … perché la gente sappia bene che quest’Uomo deriva dall’uomo; in che modo il Dio-Uomo sorga dalla razza umana e dalla sua umanità.[xiii]
Non c’è Gesù senza Maria! Insieme operano per la rinascita dell’uomo. L’Uomo perfetto e la Donna Perfetta nei piani salvifici di Dio! Due nella caduta dell’uomo e Due nella sua Redenzione! Da quel momento in poi, i Due sono a capo di tutta la rinascita e l’esaltazione della razza umana. Ogni opera di Dio, l’emergere di una nuova vita sulla terra o di nuovi valori, avrà sempre bisogno della perfetta collaborazione di due: “saranno due in uno”.[xiv]
211.
La croce è lo stendardo dell’amore. Questo è l’unico stendardo sopravvissuto al mondo. Tutti gli altri sono marciti, distrutti, si sono strappati. Ma questo stendardo dura. [xv]
212.
Cristo è per noi prima di tutto pace. Si potevano cantare altri motivi di gioia sulla stalla di Betlemme. Si poteva parlare del grande amore, che è l’essenza di Dio. Dio è Amore. Si poteva parlare della Sua giustizia e misericordia, dell’insolita sensibilità verso l’opera delle Sue mani, verso l’uomo. Eppure della stalla di Betlemme si parla soprattutto di pace: pace agli uomini di buona volontà.[xvi]
213.
L‘amore è attuale in ogni momento e in ogni situazione. Ecco perché la memoria storica della Pentecoste è ancora attuale nella Chiesa di Dio. La Chiesa “appassirebbe” se l’amore riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo cessasse di esistere in Lei.[xvii]
[i] Co dzień ku lepszemu!… (Ogni giorno verso il meglio!…) (da una conferenza a un pellegrinaggio accademico nazionale), Jasna Góra, 28 maggio 1961. KP 8, 263.
[ii] Kimże jest człowiek, że go tak uwielbiasz…? (Chi sarà mai l’essere umano, per amarlo così tanto …?), Idzie, 16.
[iii] Misterium Eucharystyczne (Misterium Eucaristico), List I, 83
[iv] Ivi, 17.
[v] Ivi, 23.
[vi] Ojcze, 68.
[vii] Dalla predica nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Laski, 25 agosto 1943, dattiloscritto
[viii] Ivi, 87.
[ix] Radość przekazywania życia – w miłości… (La gioia di trasmettere la vita – nell’amore…) (da un discorso ai genitori), Warka, 7 maggio 1961. Prymas Polski, 77.
[x] Wynaturzenia ojcowskie w kolebce chrześcijaństwa Polski, 7-8. (Degenerazione paterna nella culla del cristianesimo polacco) (dall’omilia di inizio anno) Gniezno, Basilica del Primate, 1 gennaio 1965. KP 19, 7-8
[xi] Najbliższy Tobie jest Bóg-Miłość (Il più vicino a te è Dio-Amore) (da una conferenza agli studenti liceali), Szymanów, liceo delle Suore dell’Immacolata Concezione, 21 marzo 1971. KP 36, 151.
[xii] Ivi, 149.
[xiii] Alma Redemptoris Mater … (da un discorso occasionale), 16 dicembre 1960. KP 7, 292.
[xiv] Będą dwoje w jednym… (Saranno due in uno…) (da un’omelia a giovani sposi), Varsavia, cappella dell’abitazione del Primate, 27 maggio 1962. KP 11, 140.
[xv] Radości Polski Tysiąclecia (La gioia della Polonia del Millennio) (da un discorso durante le celebrazioni del millennio), Sochaczew, 18 marzo 1966. Ivi, 76.|
[xvi] W obronie człowieczeństwa wolnego (In difesa dell’umanità libera) (da un discorso agli avvocati durante lo scambio di auguri natalizi), Varsavia, cappella dell’abitazione del Primate, 30 dicembre 1966. KP 25, 536.
[xvii] Miłość II, 55.
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