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Vicepresidente della CCEE: S. Giovanni Paolo II ha avviato il processo di prevenzione dei crimini sessuali nella Chiesa

Abp Stanisław Gądecki, Przewodniczący KEP / 07.12.2020
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Le persone che hanno esaminato accuratamente la storia del pontificato di S. Giovanni Paolo II sanno molto bene che le questioni della protezione dei bambini e dei giovani e della lotta ai crimini sessuali da parte di alcuni ecclesiastici erano la massima priorità per lui, sottolinea Mons. Stanisław Gądecki, Vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e Presidente della Conferenza Episcopale Polacca.


L’arcivescovo Gądecki sottolinea che S. Giovanni Paolo II vedeva nei giovani il futuro della Chiesa, e quindi è stato il primo a introdurre le norme legali della chiesa per proteggere i più deboli, e così ha avviato il processo di individuazione dei crimini sessuali e punire gli ecclesiastici che li perpetrano.

Deve essere chiaramente affermato che l’attuale stato di consapevolezza in queste questioni e la successiva introduzione di linee guida, come pure di istruzioni per le procedure derivano in gran parte proprio dalle decisioni e dalle azioni di S. Giovanni Paolo II. Queste decisioni hanno ispirato ulteriori passi per proteggere i bambini e i giovani e per aiutare coloro che sono stati danneggiati nella Chiesa”, ha segnalato in una dichiarazione il Vicepresidente della CCEE.

L’Arcivescovo Gądecki ha ricordato che proprio S. Giovanni Paolo II, già nel 1993, aveva annunciato ai vescovi statunitensi che nel caso di crimini sessuali, le punizioni canoniche, inclusa l’espulsione dal sacerdozio, sarebbero state necessarie e pienamente giustificate. Aveva aggiunto che dovevano porre in rilevo il peso del danno e del male fatto. Il Santo Padre, ricordando le parole evangeliche di Gesù, aveva sottolineato in una lettera ai vescovi americani che “chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare”. Il Vicepresidente della CCEE ha rilevato che nel 1994, il Santo Padre aveva emesso un indulto speciale per la Chiesa negli Stati Uniti, e due anni dopo per l’Irlanda, sottolineando che non poteva esserci alcuna tolleranza per gli abusi sessuali sui minori.

Ha aggiunto che nel 2001, S. Giovanni Paolo II, unitamente all’introduzione delle norme del motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” – obbligava ogni vescovo e superiore religioso maggiore a denunciare tutti i crimini sessuali commessi dal clero contro i minori di 18 anni. Ha anche sottolineato che l’atteggiamento di S. Giovanni Paolo II riflette chiaramente la posizione espressa nel 2002 nei confronti dei vescovi americani: “La gente deve sapere che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del male ai giovani”.

Dobbiamo quindi opporci fermamente al diffondersi di accuse infondate sulla sua presunta negligenza nel reagire ai noti casi di comportamento negativo del clero e di laici. E’ stato S. Giovanni Paolo II a stabilire la linea di condotta nel campo della protezione dei bambini e dei giovani, che è stata successivamente sviluppata da Papa Benedetto XVI, e ora da Papa Francesco”, ha osservato l’Arcivescovo Gądecki.

Ha rilevato anche che il “Rapporto sull’indagine istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex cardinale Theodore McCarrick (1930-2017)” dimostra chiaramente che S. Giovanni Paolo II è stato cinicamente ingannato.

Prima della nomina di McCarrick ad Arcivescovo Metropolita di Washington, S. Giovanni Paolo II ha consultato i vescovi americani su questa candidatura. Oggi sappiamo che non ha ricevuto informazioni complete. Lo stesso McCarrick – in una lettera del 6 agosto 2000 indirizzata al segretario di Giovanni Paolo II – mentì, assicurandogli di non aver avuto rapporti sessuali con nessuno. Solo di recente è stato rivelato che non solo i Papi, ma anche i Presidenti degli Stati Uniti e il Dipartimento di Stato con cui ha lavorato sono stati vittime degli inganni dell’ex cardinale che conduceva una doppia vita.

L’arcivescovo Gądecki ha espresso la sua gratitudine a Papa Francesco per aver pubblicato il rapporto su McCarrick, e anche per le parole: “Giovanni Paolo II era un uomo così moralmente rigoroso, di una tale integrità morale che non avrebbe mai permesso che venisse promossa una candidatura corrotta”. Ha aggiunto che la Chiesa in Polonia, insieme a Papa Francesco, esprime ancora una volta la sua profonda partecipazione al dolore di coloro che hanno subito un torto da parte di ecclesiastici.

“È necessario giudicare e punire gli autori in modo equo, e anche aver cura di aumentare costantemente la sicurezza dei bambini, dei giovani e degli adulti nella Chiesa e in tutti gli altri ambienti. (…) L’attacco a S. Giovanni Paolo II – a mio avviso – è infatti un attacco all’insegnamento della Chiesa che questo Papa ha predicato durante tutto il suo pontificato”, ha osservato il Vicepresidente del CCEE e Presidente dell’Episcopato Polacco.

Office for Foreign Communication of the Secretariat of the Polish Bishops’ Conference

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