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Perle del #WYSZYNSKI | La Famiglia: Donne e madri

Family News Service / 21.01.2022
foto: Istituto del Primate
foto: Istituto del Primate

Tratti da discorsi e scritti del Cardinale STEFAN WYSZYŃSKI, beatificato il 12 settembre 2021, amico di Giovanni Paolo II.


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59.

Nessuna madre agisce per vigore proprio, ma per la forza donatale da Dio. Dal Padre celeste riceve il potere di nutrire i bambini. Quindi deve aver cura di essere, con questo vigore, completamente al servizio dei figli di Dio. Quanto deve vegliare ogni madre per diventare per i suoi figli un’immagine dell’amore e della premurosità del Padre celeste! Si senta come la Nutrice di Dio.[i]

 

60.

Dio ha posto in piena fiducia il destino dell’umanità nelle mani delle madri. Solo una volta si è sostituito alla madre creando il primo essere umano; per il resto ha lasciato l’onore alla donna, che da quel momento collabora con Dio Padre. Da allora essa attingerà in modo naturale tutta la potenza creatrice da Dio, ma il suo ruolo non sarà meno miracoloso e misterioso. [ii]

 

61.

Ogni madre deve ricordare che in Paradiso è chiamata madre della vita, non della morte![iii]

 

62.

La madre in stato benedetto (in dolce attesa ndt) forse è chiamata così perché porta dentro di sé due anime: non solo la sua, ma anche quella del suo bambino. Rappresenta e porta due anime. È responsabile di due anime: la sua e quella del suo bambino. Questa è una cosa unica nella storia del mondo. L’uomo è costituito da un corpo e un’anima razionale, e una madre, a un certo punto della sua vita, è composta da un corpo e due anime, la sua e quella del suo bambino. Da qui la sua alta dignità e il rispetto che va manifestato alla propria madre. Quindi, ovunque esista un’usanza cristiana, si rispettano le madri e si dà loro la priorità. Da qui deriva anche questo meraviglioso amore verso la madre, che resta nel bambino per sempre, come se fosse stato strappato dal cuore della madre. E sebbene un uomo invecchi, ricorda ancora sua madre con adorazione, riverenza e gratitudine. [iv]

 

63.

Non ci sarebbero papi, architetti, ingegneri, poeti, pensatori, inventori, tutti gli uomini che determinano il progresso delle nazioni, se non ci fosse una madre onesta, affidabile, capace di sacrificarsi, anche a costo del pericolo della propria vita. A volte capita che una madre muoia quando dà alla luce una nuova vita, nominando come nuova madre la Santa Chiesa. Per il grande sacrificio, per la loro disponibilità a qualsiasi sacrificio, onoriamo le nostre mamme e le ricordiamo con venerazione. [v]

 

64.

Nella famiglia, sebbene il capo sia il padre – anche ai giorni nostri dell’uguaglianza di genere – la madre ne è il cuore. E nella Chiesa il cuore è sempre la Madre. I figli di Dio si aggrappano alla Madre, hanno bisogno della Madre e cercano la Madre. È una tremenda verità teologica e psicologica. Pertanto, non temendo nulla, difendiamo la posizione e il posto materno di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. [vi]

 

65.

La figura della madre che porta il bambino tra le braccia ci ricorda la gerla per il raccolto piena di spighe. Sia lì che là c’è speranza per un nuovo frutto. E la nazione vive di speranza non solo quando si siede a tavola, ma anche quando guarda la culla. Guai se non ci fosse grano nel magazzino; se non ci fosse un bambino nella culla! [vii]

 

66.

Anche voi, donne sole, sappiate che potete adempiere alla vostra chiamata consacrandovi. La comunità vi chiama da ogni parte, anche le stesse famiglie non possono vivere senza l’aiuto di chi non ha famiglia. Innanzitutto voi, vergini consacrate a Dio, in un mondo in cui l’egoismo e la ricerca del piacere diventano legge, diventerete le custodi della purezza, dell’altruismo e della pietà. [viii]

 

[i] Wypełniany, 90-91.

[ii] Dary Boże dla matki. (I doni di Dio alle madri). ŁB 1946, nr 12, s. 3.

[iii] Racja stanu narodu tysiącleci – życie. (La ragion d’essere di una nazione millenaria: la vita). Varsavia, 27 dicembre 1959. Prymas Polski w obronie, 66.

[iv] Rodzina Bogiem silna (La famiglia è forte in Dio). Warka, 7 maggio 1961. Wielka, 237-238.

[v] Spokojni o chleb dla licznych ust… (Tranquilli circa il pane per molte bocche…) Inowłódź, 23 agosto 1964. KP 18, 94. 

[vi] W odpowiedzi na życzenia imieninowe. (In risposta agli auguri per l’onomastico). Jasna Góra, 2 agosto 1969. KP 32, 9.

[vii] Plon niesiemy plon… (Il raccolto portiamo, il raccolto …) Jasna Góra, 15 agosto 1973. Głos, 387.

[viii] Ivi, 212.

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