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Perle del #WYSZYNSKI | Il Lavoro: Medici e studenti di medicina, Infermieri

Family News Service / 03.02.2022
foto: Istituto del Primate
foto: Istituto del Primate

Tratti da discorsi e scritti del Cardinale STEFAN WYSZYŃSKI, beatificato il 12 settembre 2021, amico di Giovanni Paolo II.


Medici e studenti di medicina

 

133.

Quando vi inchinate sul vostro prossimo, quando esplorate i misteri del corpo umano, questo studio vi riveli la saggezza del Creatore dell’essere umano e il Suo potere divino, il Suo amore in ogni capello del capo, in ogni ossicino che è custodito dal Padre Celeste. Imparate il rispetto per l’essere umano dal suo Creatore. [i]

 

134.

Per aiutare l’uomo, bisogna essere uomini. Non si può essere solo un professionista, un commercialista, un economista o un imprenditore che commercia con il sangue e i medicinali. Bisogna innanzitutto essere uomini. Bisogna essere consapevoli e rispettare la propria umanità, bisogna comprenderla e servirla con dignità. [ii]

 

135.

Conoscere l’essere umano è conoscere il mondo. Avere una visione del mondo è capire il significato del mondo. Pertanto, l’approccio all’essere umano richiede conoscenza e fede universali, cioè saggezza universale. Bisogna guardarlo con gli occhi spalancati per scorgere in esso tutto: l’anima e il corpo, il valore intrinseco, fisico e spirituale. Questo non si fa solo con il bisturi. Ciò che serve qui è una grande sintesi di ragione e fede, una nobile emulazione di entrambe. Ciò che la ragione non riesce a fare, aggiungerà la fede. [iii]

 

136.

Pensate a quanta speranza le persone associano alla vostra vocazione. La vostra semplice presenza davanti ad un malato migliora il suo benessere, perché è associata alla fede e alla fiducia. [iv]

 

137.

Fate tutto con amore. Un atto d’amore al prossimo arricchisce la vita familiare, nazionale e pubblica, arricchisce anche la vostra nobile vocazione medica. [v]

 

138.

Il medico sente il campanello nel profondo del suo studio. È arrivato un ammalato? Da chi? Al lavoro? No! È venuta una persona nella speranza di incontrare una persona. Il dottore esce – È un paziente? – No, ecce homo! – una persona. Il paziente guarda il dottore. – È un dottore? No ecce homo! L’uomo è venuto dall’uomo. Che dall’uomo esca un uomo in pace, rispettato, onorato, servito, amato, un uomo di Dio. [vi]

 

139.

Vai dai tuoi malati. Riconosci che sono figli di Dio, non solo pazienti. Il paziente non smette di essere una persona. È una persona sofferente, tormentata, ammalata che ha bisogno del tuo aiuto e del tuo cuore, che si fida di te. Quando vai da lui, i suoi occhi sorridono e dice: “Dottore, quanto aspettavo che lei venisse”. E anche se stai accanto al letto di un’inerme, senza poter fare più niente, devi mostrargli il tuo cuore. In questo consiste l’umanesimo cristiano del tuo lavoro e del tuo servizio. [vii]

 

140.

Non uccidere, perché tu stesso hai ricevuto la vita e difendi la tua vita. Più sei attaccato alla vita, maggiore dovrebbe essere il valore ai tuoi occhi della vita di coloro che pure vogliono vivere, anche se non sono ancora nati. [viii]

 

Infermieri

 

141.

Insieme alla Madre Addolorata, in piedi sotto la croce di suo Figlio, state sotto la croce di ogni persona sofferente.[ix]

 

142.

Fare l’infermiere non è una professione, è una vocazione. Considera il tuo lavoro come una chiamata estremamente onorevole. Per le vostre mani passano quasi tutte le persone che vanno da questa terra al Padre.[x]

 

143.

Ricordate che molto spesso siete il ponte tra questa terra e il cielo. È possibile che il vostro sorriso, le vostre mani e le vostre parole su Dio saranno l’ultimo ricordo che qualcuno porterà da questa terra alla patria celeste? E sapete che queste sono le persone con le quali ci incontreremo finalmente nella gioia di Dio. Sicuramente un giorno in cielo le persone che avete servito qui sulla terra vi baceranno le mani con gratitudine. [xi]

 

144.

Il Natale è in modo speciale la vostra festa – la festa del servizio alla salute, perché, guardando il presepe di Betlemme, la persona diventa compagno di ogni persona, soprattutto dei più bisognosi, dei piccoli, dei malati e dei sofferenti. [xii]

[i] Odezwa Do młodzieży na nowy rok szkolny, (Appello ‘Ai giovani per il nuovo anno scolastico’), Varsavia, 1 ottobre 1951. Listy, 213.

[ii] Po śladach Chrystusa – Lekarza (Sulle orme di Cristo – Medico). Varsavia, Chiesa di Sant’Anna, 7 giugno 1959. Uświęcenie, 183.

[iii] Abyście byli mężni i niezłomni. (Siate coraggiosi e risoluti). Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, 3 aprile 1960. Uświęcenie, 196.

[iv] Ai medici della capitale durante lo scambio di auguri di Natale. Varsavia, abitazione del Primate, 30 dicembre 1964. KP 18, 495.

[v] Służba zdrowia w służbie miłości (Il Servizio sanitario a servizio dell’amore). Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, marzo 1968. Idzie, 278.

[vi] Ratujmy nasze człowieczeństwo (Salviamo la nostra umanità). Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, 23 marzo 1969. KP 31, 122.

[vii] Idź w pokoju… (Vai in pace…) Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, 28 marzo 1971. KP 36, 174.

[viii] Ivi, 174-175.

[ix] Z niewoli cierpiących i chorych – w słodką niewolę Matki Najświętszej (Dalla schiavitù dei sofferenti e dei malati – alla dolce schiavitù della Santa Madre). Jasna Góra, 7 giugno 1964. KP 17, 377.

[x] Orędzie soboru do kobiet. (Il messaggio del Consiglio alle donne). 24 gennaio 1966. KP 22, 218; Idzie, 282.

[xi] Ivi.

[xii] Służba dzieciom miłowanym przez Boga Ojca (Servizio ai bambini amati da Dio Padre). Varsavia, abitazione del Primate, 28 dicembre 1976. Ivi, 203.

 

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