Polonia: l’Arcivescovo Józef Życiński non ha solo indicato una via, ma l’ha percorsa
Abp Józef Życiński, By Sławek - alteration of Życiński Józef, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4096041
La conferenza on-line “Attualità del messaggio dell’Arcivescovo Józef Życiński”, Arcivescovo di Lublino e Gran Cancelliere dell’Università Cattolica di Lublino, a 10 anni della sua morte ha avuto luogo mercoledì 10 febbraio 2021, suddivisa in 4 sessioni, ha affrontato altrettanti aspetti: filosofica, socio-culturale, dei media e l’incontro con la sua persona.
Hanno aperto la conferenza con un saluto Mons. Stanisław Budzik, Arcivescovo Metropolita di Lublino, Mons. Mirosław Kalinowski, Rettore dell’Università Cattolica di Lublino, organizzatori dell’incontro.
“S.E. Życiński è stata una figura fondamentale per il Pontificio Consiglio della Cultura e per me personalmente è stato un amico, in sintonia profonda. Sono stato testimone diretto delle sue ultime ore perché quella mattina avevamo una riunione plenaria e ha testimoniato la sua passione fino alle ultime ore di vita. Sono lieto che la sua figura continua a brillare anche ora” ha dichiarato il Card. Ravasi nel suo saluto iniziale registrato in italiano.
“Non ha solo indicato una via, ma l’ha percorsa” – ha dichiarato nel suo saluto il presidente del Consiglio supremo degli avvocati, l’Avv. Jacek Trela.
Il Rev. Dott. Tomasz Adamczyk, suo ex segretario e docente presso l’Università Cattolica di Lublino ha ricordato “il suo grande cuore, senza compromessi, capace di dialogo e di creare contatti, un costruttore di ponti”. “Ci manca molto la sua presenza amicale” – ha dichiarato.
Anche il Rev. Jan Hertrich-Wolenski, ha concluso il suo intervento segnalando la grande mancanza per la sua presenza. Parlando dell’attualità del suo sistema filosofico ha sottolineato che per S.E. Życiński “la conoscenza non è completa, certa, se non è coerente con la totalità. La sola conoscenza non è in grado di comprendere la profondità della realtà”.
Nel corso della prima sessione, “Passione per la conoscenza”, il prof. Stanisław Krajewski, ha introdotto il suo intervento affermando che Mons. Życiński “nel dialogo interreligioso come Vescovo ha coltivato il ricordo della presenza degli ebrei a Lublino e nell’interland”.
“L’Arcivescovo Życiński ha proposto una metafisica di Dio come di un direttore di un’orchestra sinfonica. Sotto la sua direzione si realizza la più bella musica” – ha affermato il prof. Piotr Gutowski, parlando del Platonismo (tutto di Dio) secondo Życiński.
Don Jacek Mączka, moderatore della sessione filosofica e relatore lui stesso ha sottolineato la ricerca di risposte di Mons. Życiński che si domandava se “le risposte che ci siamo dati finora sono sufficienti”.
“A 10 anni dalla morte siamo ormai alla storia. Occorre fare memoria dei diversi campi in cui l’Arcivescovo si era cimentato. E’ stato filosofo, letterato, pubblicista e il suo stile era inconfondibile” – ha dichiarato il Prof. Michal Heller. “Non ha terminato la realizzazione del suo sistema di pensiero. Diceva che nessuno è insostituibile, ma finora nessuno ha potuto proseguire il suo lavoro” – ha concluso.
La seconda sessione “Il mondo deve avere un senso”, dal titolo di un libro di Mons. Życiński, è stata introdotta con una citazione da “Trittico Romano” di Giovanni Paolo II.
“Nei suoi libri, la sua voce era per me indicazione di attività nel Tribunale Costituzionale” – ha affermato il Prof. Andrzej Zoll. Ci manca questa autorità che difende la dignità dell’uomo. Oggi la situazione è molto più difficile di 10 anni fa e ci manca la sua guida” – ha concluso.
Ricordando la capacità di dialogo di Mons. Życiński con particolare riferimento al rapporto con gli ebrei, il Sindaco di Lublino Krzysztof Żuk ha confermato che “fino ad oggi Lublino cerca di continuare le indicazioni che l’Arcivescovo ci ha lasciato”. Per L’Arcivescovo “La vita dell’uomo è più grande di qualsiasi progetto di partito” – ha sottolineato.
Dal Pontificio Consiglio della Cultura si è collegato Mons. Tomasz Trafny che, dopo aver ricordato l’enorme produzione dell’Arcivescovo Życiński, più di 40 libri e circa 350 articoli, ha precisato i due ambiti del dialogo in cui l’Arcivescovo ha sviluppato il suo pensiero: speculativo (sui problemi filosofici/teologici) e pastorale/sociale, aspetto meno studiato e conosciuto. “Il dialogo è stato per lui uno strumento di lavoro, un’opzione metodologica per confrontarsi con le diverse idee. Desiderava capire i metodi di costruzione dei ponti socio-pastorali” – ha proseguito Mons. Trafny. Nella ricerca dell’Arcivescovo di superare le divisioni cercando ciò che univa, il Relatore ha individuato 5 tappe: incontro (capacità di stabilire un dialogo); osservazione (della realtà socio culturale che porta alla conoscenza dell’uomo); comprensione delle dinamiche; confronto vero (non un apriori, ma una disponibilità); azione (di un padre che cerca il bene).
“Stimava ogni parola che indirizzava agli altri ed era capace di ascolto” – ha esordito il giornalista Marek Zając, nella terza sessione “Non perdere di vista l’uomo”, dedicata ai media. “E vero che ci manca la sua voce – ha proseguito – che era indipendente e libera, cioè fuggiva le etichette, ma cercava sempre la verità; era equilibrata, mai equivoca. Tutto quello che diceva e scriveva nasceva dal Vangelo, oltre che dalla sua conoscenza e andava a toccare qualcosa di fondamentale. Si esprimeva con un linguaggio bello e preciso” ha dichiarato. “Se ci manca l’eco della sua voce, perché ci manca?” – si è domandato.
“I 4 fondamenti della riuscita della comunicazione secondo l’Arcivescovo sono: la comprensione della lingua (condizione per la costruzione); l’empatia (comprendere cosa vuole esprimere il cuore, identificarsi con il dolore dell’altro); riferimento alla verità (l’uomo vero guarda alle cose che non si vedono ma sono eterne); il rischio della comunicazione (chi scrive si prende la responsabilità delle conseguenze di quello che scrive)” – ha dichiarato il Prof. Robert Nęcek.
L’Arcivescovo Życiński era stato incaricato nel 1992 dalla Conferenza Episcopale Polacca di realizzare un’agenzia per le comunicazioni – ha raccontato Marcin Przeciszewski, Capo Redattore di KAI (Agenzia Cattolica di informazione) fin dall’inizio. “Per un anno ha studiato le agenzie cattoliche in Europa e in America” – ha proseguito – “ed ha stabilito che essa dovesse basarsi su 5 fondamenti che sono ancora attuali: la professionalità (giornalisti che conoscono bene la chiesa per esperienza e che abbiano avuto esperienze in giornali laici); che fosse guidata da laici che conoscano il mercato dei media; il compito non è solo la difesa della Chiesa, ma la creazione di ponti tra giornalisti tramite dialogo amicale; universalismo (la voce della Chiesa, non di un partito o di una corrente); vero ethos giornalistico (non nasconde la verità, nel bene e nel male, con una comunicazione trasparente)”.
L’ultima sessione ha visto testimoni del cambiamento avvenuto in loro grazie all’incontro personale con l’Arcivescovo.
La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica nella Cappella Universitaria, presieduta da Mons. Stanisław Budzik, Arcivescovo Metropolita di Lublino. Nell’omelia Mons. Mirosław Kalinowski, Rettore dell’Università Cattolica di Lublino ha sottolineato che “Mons. Józef Życiński è stato un uomo di dialogo, anche nella difficoltà. Tuttavia, in termini di valori fondamentali, come la protezione della vita, non ha accettato compromessi. Ha ricordato l’impegno dell’Arcivescovo Życiński nella costruzione dei media cattolici. “Questa sfera è anche una grande sfida oggi. Così come la formazione spirituale continua dei giovani, che per l’arcivescovo Życiński è stata cruciale” – ha osservato.
Józef Życiński (1948-2011) è stato uno dei Vescovi più noti della Chiesa polacca negli ultimi decenni. Nel 1990, Giovanni Paolo II lo aveva nominato vescovo di Tarnów e nel 1997 Arcivescovo di Lublino e Gran Cancelliere dell’Università Cattolica di Lublino. Inoltre ha diretto il Dipartimento per i rapporti tra scienza e fede presso la Facoltà di filosofia. È morto improvvisamente il 10 febbraio 2011 a Roma.
Mons. Życiński è stato il fondatore dei Congressi di cultura cristiana che si tengono ogni quattro anni a Lublino, uno spazio dove si incontrano intellettuali e persone di cultura, secondo un suo tratto caratteristico: la visione di un cristianesimo aperto al dialogo, la ricerca di valori comuni con persone che la pensano diversamente.
La conferenza odierna è nata per mostrare il contributo dell’Arcivescovo Józef Życiński – vescovo, professore di filosofia, intellettuale, uomo di dialogo – nell’ambito della scienza, della cultura e della costruzione della responsabilità sociale.
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