Cosa cambia nella legge polacca sull’aborto grazie alla sentenza della Corte Costituzionale?
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“La sentenza del Tribunale costituzionale sull’aborto è, nella dimensione umana, un grande, positivo passo di civiltà” aveva dichiarato Mons. Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, in un’intervista per l’Agenzia Cattolica di Informazione (KAI) aggiungendo che la sentenza è coerente con la Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani.
Le tappe di questo percorso risalgono al 2017, quando il progetto “Ferma l’aborto”, è stato presentato ai vescovi polacchi il 6 giugno 2017 ed è stato esaminato nel corso della 376.ma sessione plenaria della Conferenza Episcopale Polacca che l’ha approvato, ha promosso la raccolta di firme – alla quale hanno aderito 830.000 persone – e momenti preghiera in difesa della vita, sostenendo che “Ogni bambino ha il diritto di vivere, compreso un bambino malato”.
Nel 2019, un gruppo di 119 deputati ha deferito un caso al Tribunale costituzionale per esaminare la conformità della cosiddetta premessa eugenica con la costituzione polacca.
Il 22 ottobre 2020 il Tribunale Costituzionale aveva emesso la Sentenza circa la costituzionalità dell’aborto eugenetico, con riferimento alla legge 4a.1.2 del Codice di diritto di famiglia polacco. 15 giudici hanno stabilito che l’aborto di bambini malati viola l’attuale Costituzione, adottata nel 1997.
L’arcivescovo Gądecki ha apprezzato la decisione della Corte, che conferma che “il concetto di “vita non degna di essere vissuta “ è in diretta contraddizione con il principio di uno stato di diritto democratico. “Nessuno in coscienza non può negare ad altri il diritto di vivere, soprattutto a causa della sua malattia”, aveva aggiunto.
Il 27 gennaio 2021 è stata resa nota la motivazione della sentenza in un documento di 154 pagine, riassumibile in 5 punti sintetici:
1) La Corte costituzionale ha esaminato l’art. 30 della Costituzione: “La dignità intrinseca e inalienabile degli esseri umani è la fonte della libertà e dei diritti umani e civili. È inviolabile e il suo rispetto e la sua protezione sono responsabilità delle autorità pubbliche” e l’art. 38 della Costituzione: ”La Repubblica di Polonia garantisce a tutti la protezione legale della vita”.
2) Il Tribunale costituzionale ha confermato la sua precedente posizione, espressa nella sentenza del 28 maggio 1997, fascicolo rif. Legge K 26/96, secondo la quale la vita umana è un valore in ogni fase dello sviluppo la cui fonte sono le disposizioni costituzionali. Essa deve essere tutelata dal legislatore e anche un bambino non ancora nato, in quanto essere umano che ha diritto a una dignità intrinseca e inalienabile, è un soggetto che ha diritto alla vita.
3) Ogni caso di limitazione della tutela giuridica della vita umana deve essere “assolutamente necessario”, cioè trattato come ultima risorsa assoluta. Solo la salute e la vita della madre possono giustificare la soppressione della vita del bambino prima della sua nascita. In una tale situazione c’è una simmetria tra i beni dei soccorsi (vita e salute della madre) e dei sacrificati (vita del bambino). Dopo la sentenza del Tribunale costituzionale, l’interruzione della gravidanza può essere eseguita in caso di minaccia per la vita della madre (art. 4a.1.1) o se vi è un giustificato sospetto che la gravidanza sia derivata da un atto proibito (art. 4a.1.3): stupro, incesto o atto di pedofilia.
4) Un handicap o una malattia incurabile di un bambino nella fase prenatale non può determinare automaticamente l’ammissibilità dell’interruzione della gravidanza (articolo 4a.1.2 della legge sulla pianificazione familiare). La legalizzazione della procedura di aborto, quando i test prenatali o altre indicazioni mediche indicano un’alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile che ne minaccia la vita, non ha alcuna giustificazione costituzionale.
5) Il Tribunale non intende imporre l’onere di allevare un bambino gravemente e irreversibilmente handicappato o malato terminale solo alla madre, perché sono principalmente le autorità pubbliche e l’intera società che sono tenute a prendersi cura delle persone nelle condizioni più difficili. Pertanto, si dovranno introdurre disposizioni che forniscano assistenza alle famiglie che si fanno carico di bambini portatori di handicap.
Il Presidente del Consiglio per la Famiglia dell’Episcopato Polacco Mons. Wiesław Śmigiel nella sua dichiarazione in merito alle Motivazioni della Sentenza della Corte Costituzionale sull’aborto eugenetico, ha affermato che l’essenza del problema sta nella cura della vita dal concepimento alla morte naturale, non nei divieti e nelle sanzioni. Ha inoltre fatto presente che una donna in stato di gravidanza, deve innanzitutto ricevere il sostegno del padre del bambino e della sua famiglia, ma dovrebbe anche ricevere aiuto spirituale, psicologico, medico ed economico dalla comunità più ampia e dallo Stato. In effetti – ha proseguito Mons. Smigiel – l’onere di prendersi cura di un bambino gravemente handicappato non deve essere posto esclusivamente sulla sua famiglia. L’intera società deve assumersene la responsabilità.
Da sempre la Chiesa si è fatta carico di venire incontro alle molteplici esigenze e difficoltà della famiglia. A titolo d’esempio, in Polonia organizzazioni ecclesiastiche gestiscono, strutture per bambini e adolescenti in stato di povertà: 92 orfanotrofi, 27 case famiglia, 27 collegi, 378 circoli terapeutici, 30 centri di intervento di crisi, 105 centri di gioco, 257 campi estivi, 21 linee telefoniche e 65 borse di studio. Per le persone con disabilità vi sono 116 noleggi di attrezzature per la riabilitazione, 108 laboratori di terapia occupazionale e 18 centri di attività professionale, 81 uffici di riabilitazione, 16 centri diurni e 34 centri educativi.
Dal 19 al 25 marzo 2021 l’Associazione polacca dei difensori della vita dell’uomo ha indetto una settimana di preghiera in difesa della vita che inizierà nella memoria liturgica di S. Giuseppe e si concluderà in occasione della Giornata della Santità della Vita, nell’anno che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe. Questa iniziativa dei laici è stata appoggiata dalla Commissione Pastorale della Conferenza Episcopale Polacca.
“La ricerca scientifica di tutto il mondo conferma che una persona vive dal momento del suo concepimento, già nel grembo materno acquisisce consapevolezza e sente il dolore in tenera età. Quindi per essere pro-vita, non devi essere un credente – è sufficiente essere onesti” – si legge nell’introduzione della brochure di presentazione dell’iniziativa, dove si ricorda che “La vita è un dono. Impagabile, anche se fragile. Il più bello, anche se a volte difficile da accettare”.
Tłumaczenie powstało na zamówienie Fundacji ŻYCIU TAK im. Niepokalanego Poczęcia Najświętszej Maryi Panny
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