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Al via la Conferenza Internazionale “Verso il futuro con Giovanni Paolo II”

Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca / 15.01.2021
Portret Jana Pawła II mal. Zbigniew Kotyłło Lublin, fot. by Kotyłło art.mal, - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jan_Pawe%C5%82_II_Koty%C5%82%C5%82o.jpg, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95457414
Portret Jana Pawła II mal. Zbigniew Kotyłło Lublin, fot. by Kotyłło art.mal, - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jan_Pawe%C5%82_II_Koty%C5%82%C5%82o.jpg, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95457414

“Persona – Antropologia ed Etica. Quale persona?” – questo il titolo della Sessione del 15 gennaio della Conferenza Internazionale “Verso il futuro con Giovanni Paolo II”.


L’irriducibilità dell’uomo – ha affermato Mons. Marek Jędraszewski, Metropolita di Cracovia nell’introdurre l’incontro – decide della sua originalità, della sua diversità da tutti gli animali. Irriducibile è ciò che è invisibile, interiore, perciò l’uomo è testimone di sè stesso, del suo carattere umano.  Ha poi ricordato la fotografia nota tutti di Papa Giovanni Paolo II ormai anziano, malato, muto, che tiene in mano il crocifisso, come esempio di ciò che è irriducibile nell’uomo.

Una conseguenza di cosa vuol dire per l’uomo essere una persona è che egli può donare se stesso, fare di sé un dono per gli altri. Il mistero della libertà personale si manifesta pienamente nel dono – ha affermato il Rev. Livio Melina, riferendosi ad un testo scritto da Karol Wojtyla nel febbraio 1994 ma pubblicato solo nel 2006, dopo la sua morte, dal titolo “Meditazione sul dono disinteressato”.

Questo dono di sé disinteressato è possibile. Ce lo ha insegnato Giovanni Paolo II – ha sottolineato P. Josè Granados dalla Spagna. Ci ha fatto trovare noi stessi, facendoci trovare la fede nell’amore – ha affermato, appoggiando la sua affermazione ai tre drammi principali di Karol Wojtyla (Fratello di Nostro Dio, La Bottega dell’Orefice e Raggi di paternità).

Alla sua domanda rivolta a Giovanni Paolo II, su come è possibile non aver paura, il Santo Padre rispose: “Possiamo non avere paura perché Dio è sempre un giorno davanti a noi” – ha testimoniato il Sig. Mario Enzler, Guardia Svizzera in pensione.

La prof. Oana Gotia dalla Romania nel corso del suo intervento sulla Teologia del corpo ha richiamato come per il Papa Polacco la complementarietà sia un’unità nella diversità che diventa un’apertura, un destino comune che Dio benedice perché rispecchia ciò che Lui è: amore e unità e da questa benedizione scaturisce la fecondità. Per Wojtyla – ha aggiunto la studiosa – la purezza è amare con la misura di Dio.

Nel suo intervento intitolato “La dignità dell’uomo, la misura del suo lavoro”, il Prof. Michal Gierycz ha affermato che il centro del lavoro è l’uomo, per cui il lavoro è sempre dignitoso. La chiave della dignità del lavoro è capire la dignità dell’uomo. Questo è l’approccio cristiano. Ricordando poi l’attualità della Redemptor Hominis, ha sottolineato come tutto è più fresco se lasciamo Dio al centro del nostro operare.

La Conferenza continua domani, 16 gennaio sul tema “Famiglia e Società. Quale famiglia? Quale Società?” con l’intervento, tra gli altri, del Card. Peter Erdő, Arcivescovo Metropolita di Esztergom-Budapest e Primate di Ungheria.

L’accesso è gratuito sui canali You Tube dedicati in polacco, inglese, italiano dove la traduzione sarà in simultanea. Per ulteriori informazioni consultare il sito https://conference.diecezja.pl

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