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Polonia: Presentato il Rapporto sulle organizzazioni caritative cattoliche

Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca / 18.03.2021
truthseeker08, pixabay.com
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“Attività caritativa come manifestazione della libertà religiosa” è il titolo dell’evento realizzato il 16 marzo presso l’Università Card. Stephan Wyszyńszy di Varsavia nel corso del quale è stato presentato il Rapporto “Enti di beneficenza cattolici. Rapporto sulle organizzazioni caritative cattoliche e attività di beneficenza parrocchiali”.


“Le organizzazioni cattoliche formano la più grande rete di aiuti in Polonia dopo gli enti pubblici e svolgono un ruolo importante nell’attuazione dei servizi sociali nel Paese”, per un totale di oltre 4 milioni di servizi unitari forniti nel 2019 – ha sottolineato p. Wojciech Sadłoń, direttore dell’Istituto di statistica della Chiesa cattolica, presentando il Rapporto.

Nel 2019 risultavano attive 891 opere caritative in Polonia (delle quali 684 gestite da Ordini Religiosi e 207 diocesane o nazionali) e oltre 65.000 a livello parrocchiali.

Il maggior numero dei servizi erogati riguarda gli aiuti alimentari e le attrezzature. Oltre 1.200 opere di beneficenza si occupano dell’aiuto ai bambini, agli adolescenti e alle madri in difficoltà; circa 900 opere riguardano interventi di emergenza e aiuti generali, oltre 700 forniscono aiuto psicologico e di sostegno familiare, quasi 600 per i senzatetto.

Nel 2019 i dipendenti di opere caritative risultavano 40.000, mentre i volontari 223.000. Il numero totale di ore donate dai volontari può essere stimato in 2,7 milioni.

Dal punto di vista economico un terzo degli enti organizza raccolte fondi e un quinto di essi ricava le proprie entrate dalle attività imprenditoriali autonome. Il sostegno della pubblica amministrazione incide per il 59%.

A livello parrocchiale, le opere sono 65.000 in 11.000 parrocchie e il numero dei volontari si aggira intorno ai 2,6 milioni. I fondatori di questo tipo di opere sono i parroci (51%), in un terzo dei casi l’iniziativa nasce dalla collaborazione tra parroco e laici, e nel 17% sono opere realizzate autonomamente da laici. I destinatari degli aiuti sono per lo più bambini e giovani, soprattutto quelli a rischio di esclusione, ma anche anziani, poveri e disabili.

Le attività di beneficenza delle comunità, prevalentemente caritas parrocchiali, nella quasi metà dei casi (49%), si svolgono in accordo e cooperazione con istituzioni pubbliche (anche educative e culturali), sebbene solo l’8 % riceva sostegno finanziario per le proprie attività da fondi pubblici. Gli aiuti provengono prevalentemente da raccolte e donazioni.

Lo studio descrive la situazione del 2019, prima della pandemia, sebbene includa anche alcuni dati sui problemi e il coinvolgimento delle associazioni di beneficenza nell’ultimo anno. Secondo il Rapporto la pandemia ha segnato negativamente le opere di beneficenza, sia dal punto di vista del funzionamento a causa dell’introduzione di nuove norme sanitarie e della trasmissione del virus tra operatori e beneficiari, sia dal punto di vista economico a causa dell’aumento dei costi operativi. Ciò nonostante, molte opere si sono adattate alle nuove esigenze arrivando persino ad ampliare le proprie attività per includere altri gruppi di bisognosi.

Alla presentazione ha partecipato anche il Ministro per l’Educazione e le Scienze, Przemysław Czarnek che, nel suo saluto ha affermato che “la carità è una manifestazione della libertà religiosa. Se nel nostro Paese la carità può svilupparsi su così vasta scala, ciò dimostra che la libertà religiosa in Polonia è ad un livello elevato. Dobbiamo difendere questa libertà religiosa”. “Voglio ringraziare la Chiesa in Polonia, in senso ampio, per la grande, continua e coerente testimonianza di amore al prossimo nel Paese e all’estero, indipendentemente dalla confessione religiosa”- ha aggiunto il Ministro.

Il Rettore dell’Università Stephan Wyszynski, il Rev. Prof. Ryszar Czekalski ha presenziato alla Conferenza nazionale “Attività caritativa come manifestazione della libertà religiosa” che è stata suddivisa in 3 sezioni: La prima parte è stata dedicata agli aspetti internazionali dell’aiuto caritativo. Si è trattato di una discussione con gli studenti di lingua inglese dell’Università, a cui è seguita la presentazione del Rapporto. La seconda parte ha affrontato gli aspetti teologici, i condizionamenti legali, gli ambiti dell’azione caritativa prima e dopo il 1989, e l’opera dell’Associazione Internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. La terza parte ha trattato i temi dell’interesse che suscitano le opere caritative della Chiesa su internet; la libertà religiosa nella legislazione delle istituzioni europee; la missione e l’aiuto allo sviluppo; la carità nell’esperienza storica della Chiesa in Polonia, con particolare riferimento alla nascita e sviluppo delle opere caritative nel Medioevo.

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