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Padre e Pastore #5 | Il vagabondaggio a causa della guerra

Family News Service / 24.11.2021
fot. Instytut Prymasowski Stefana Kardynała Wyszyńskiego
fot. Instytut Prymasowski Stefana Kardynała Wyszyńskiego

Il Primate Stefan Wyszyński è rimasto nella memoria dei polacchi come statista, difensore della fede, della libertà della Patria e dell’assoluta dignità umana.


Poco dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Karol Radoński, vescovo di Włocławek, inviò ad Est il Rev.do Prof. Wyszyński insieme a diversi sacerdoti e studenti del 6° anno del seminario di Włocławek, nella speranza che la guerra non vi giungesse così presto e che avrebbero potuto completare gli studi del seminario e prepararsi all’ordinazione sacerdotale. Quando arrivarono a Lublino, si scoprì che la città era stata bombardata pochi giorni prima. Non c’era modo di restare lì. Andarono più a Est. Raggiunsero Łucka in Volinia. Lì furono sorpresi dalla notizia che da Est la Polonia era stata occupata dall’Armata Rossa.

Dopo essere tornato a Włocławek, scoprì che lui era nella lista nominativa delle persone ricercate dalla Gestapo. Il beato vescovo Michał Kozal gli diede l’ordine di lasciare immediatamente Włocławek. Poco dopo la partenza di don Wyszyński, i tedeschi arrestarono il vescovo Kozal e molti sacerdoti, li portarono al campo di Dachau, occuparono gli edifici del seminario e li trasformarono in un ospedale di guerra.

Padre Wyszyński andò prima nella sua casa di famiglia, a Wrociszew. Abbe così inizio il suo vagabondaggio a causa della guerra. Dopo qualche tempo, padre Korśmieowicz lo portò a Kozłówka, dove era cappellano nella tenuta degli Zamoyski. Poi si recò a Żułów, alla casa delle Suore Francescane Serve della Croce. Si pose anche a servizio della popolazione locale, catechizzò i bambini e sostenne i partigiani. Il luogo successivo del soggiorno di don Wyszyński fu Laski vicino a Varsavia. Qui fu cappellano delle Suore Francescane Serve della Croce e dell’Istituto per i Ciechi. Era attivo nella cospirazione con lo pseudonimo di Radwan III. Fu anche cappellano dell’ospedale di guerra. Qui venne a contatto da vicino con la crudeltà della guerra. I giovani soldati cercavano in lui un sostegno. Coraggiosi al fronte, erano come bambini nella sofferenza. Gli chiedevano di essere presente in sala operatoria. Soddisfece le loro richieste e rafforzò i loro spiriti. Andava nei boschi, raccoglieva i feriti e confessava i soldati in trincea. Una volta trovò una ragazza ferita ad una gamba. La ferita era molto profonda. Dovette metterle un laccio emostatico. Prese la ragazza sulle spalle e la portò all’ospedale di guerra. Anni dopo ella andò a ringraziarlo per averle salvato la vita.

A Laski incontrava un gruppo di ragazze della cosiddetta Ottava. Erano otto studentesse, guidate da Maria Okońska, che volevano creare il centro educativo ‘Città delle ragazze’.

L’incontro con don Wyszyński segnò l’inizio di uno dei primi istituti secolari in Polonia. Durante il periodo comunista non era possibile realizzare l’idea della ‘Città delle ragazze’. I membri dell’Ottava dedicarono la loro vita ad aiutare don Wyszyński, quando Dio lo gravò della responsabilità della Chiesa in Polonia.

Dopo la fine della guerra, don Wyszyński tornò a Włocławek. Gli fu affidato il compito di organizzare il seminario, ma l’edificio del seminario di Włocławek, trasformato in ospedale, necessitava di lavori di ristrutturazione. Gli inizi del seminario furono quindi nella parrocchia di Lubraniec.

Il 25 marzo 1946, il cardinale August Hlond chiamò don Wyszyński a Poznań e lo informò della volontà della Santa Sede di nominarlo ordinario della diocesi di Lublino.

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