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Perle del #WYSZYNSKI | La persona umana

Family News Service / 17.01.2022
fot. L'Istituto del Primate del Cardinale Stefan Wyszyński
fot. L'Istituto del Primate del Cardinale Stefan Wyszyński

Tratti da discorsi e scritti del Cardinale STEFAN WYSZYŃSKI, beatificato il 12 settembre 2021, amico di Giovanni Paolo II.


Perle del #WYSZYNSKI | L’Amore >>>

 

23.

Anche la tua vita darà frutti, anche se a tutti sembra perduta. Di una cosa sola c’è bisogno, carissimi – credere, come Cristo credeva che il terzo giorno sarebbe resuscitato. Comunque la vita possa andare, ultimamente non finisce con la morte, ma in una nuova vita. [i]

 

24.

Quando un uomo percepisce che Dio per amore lo ha chiamato all’esistenza, allora cerca di rispondere all’amore con l’amore. Quanto meglio e più pienamente l’uomo – opera dell’amore di Dio – risponde all’amore di Dio, tanto più porta frutto compiuto, tanto più diventa santo. [ii]

 

25.

La pace interiore nasce sempre come risultato del compimento della volontà di Dio, in cui abbiamo piena fiducia. [iii]

 

26.

La Grazia ha un carattere essenzialmente unificante, nonostante le differenze e le qualità personali. Nasce nella vita nell’uomo, dona libertà interiore, iniziativa spirituale, crea l’intero mondo interiore, ma non isola, non rende le persone indipendenti, non le separa dall’umanità. [iv]

 

27.

Nell’essere umano grazie alla fede è presente la percezione di non essere una persona qualsiasi, che non è vero che è un nulla, che non è sterco, di cui chiunque può farne ciò che vuole, ma di essere figlio di Dio, plasmato dalle mani di Dio, che Dio stesso – per mezzo di Gesù – si china su questo pugno di argilla per realizzare la sua opera più meravigliosa, che è l’anima umana immortale, chiamata non solo a vivere nel corpo su questa terra, ma a sperimentare questa terra e a riunirsi a Dio per tutta l’eternità. [v]

 

28.

            …La vita soprannaturale è il dono più prezioso dell’amore di Dio, è la condizione della felicità eterna, è la difesa contro il tormento eterno. Si dimentica così spesso che anche la persona cattiva, peccatrice e malvagia vivrà per sempre.[vi]

 

29.

Il cristianesimo consiste nel fatto che non lottiamo contro il mondo e contro i nostri vicini, ma contro noi stessi. La cosa più difficile è conquistare la vittoria su sé stessi. [vii]

 

30.

Il tempo a volte sembra come una candela accesa con una fiamma debole. Può spegnersi in qualsiasi momento, come ciò che ci è nascosto – il nostro futuro – fragile e incerto. In questo momento è accesa, ma se lo sarà tra un momento – non lo sappiamo. Così è la vita umana (…). Infatti, non siamo mai certi di ciò che c’è, che ci sarà e per quanto tempo durerà. Questo è il mistero del tempo e della vita dell’uomo, completamente racchiusa nelle mani del Re dei secoli, che non muore e i cui tempi non finiscono mai. [viii]

 

31.

Le nostre opere sono la graduale realizzazione del piano di Dio in relazione a una parte specifica del Suo popolo. Dio si unisce alla nostra storia e agisce in essa attraverso le persone, secondo le leggi umane, di cui Lui stesso è il Datore e tutti noi i realizzatori. [ix]

 

32.

Dobbiamo essere in pace nella fede. Più forte è la nostra fede, più profonda è la nostra fiducia e più pieno il nostro amore per Dio e il prossimo, più siamo tutti utili alla Chiesa, al Popolo di Dio, alla Nazione, allo Stato e anche alla vita economica. [x]

 

33.

Siamo tutti chiamati alla santità, verso la quale per grazia tendiamo. Per quale motivo? Perché Dio è tre volte santo, infinitamente santo, e noi siamo i Suoi figli. Quindi dobbiamo diventare simili a nostro Padre. A questo ci aiuta Cristo, che ci sollecita: Siate santi come Io sono santo. Vorrebbe che non considerassimo la santità come un programma per persone scelte ed eccezionali. È un compito realizzabile da ciascuno di noi. [xi]

 

34.

La vita cristiana è la vita nella gioia. Dà gioia piena, tanto più grande quanto più sappiamo legarci a Dio. [xii]

 

35.

Dio ci cerca ininterrottamente! Possiamo perderci nelle fatiche della giornata (…), ma dobbiamo sempre ricordare che di una cosa sola c’è bisogno: la consapevolezza che Dio non ci abbandona. Sono io che posso allontanarmi, sono io che posso dimenticarlo, che posso tradirlo. Lui rimane sempre, resta sempre. [xiii]

 

36.

Ogni madre che partorisce un bambino percorre la sua via crucis, ma essa finisce in una grande gioia. Ogni padre, che lavora nei campi, nel bosco, in fabbrica, in ufficio, a scuola, in qualsiasi luogo di lavoro, percorre la sua via crucis. E ognuno su questa strada deve appoggiarsi alla Croce di Cristo e nella propria anima ripetere: Salve o Croce, sola speranza. Così quindi, figlioletti di Dio, unendoci oggi nella preghiera comune, appoggiati alla Croce di Cristo, seguendo l’esempio del Papa sulla Via Crucis, grideremo: Salve o Croce, sola speranza in tempo di angoscia e di sofferenza. [xiv]

 

37.

Il coraggio fa delle persone, dei cittadini, perché un uomo coraggioso è consapevole dei suoi diritti nella società e degli obblighi che su di lui gravano. Un uomo è un cittadino quando afferma i propri diritti nella società, quando li difende e, sulla base di essi, svolge i propri doveri professionali, familiari, nazionali e religiosi. Se un cittadino rinuncia alla virtù del coraggio, diventa uno schiavo e causa il maggior danno a sé stesso, alla sua personalità umana, alla sua famiglia, al gruppo professionale, alla nazione, allo stato e alla Chiesa, anche se ha ceduto per paura, per timore, per il pane o per ragioni accidentali. [xv]

 

38.

L‘essere umano è grande non quando gli viene assegnato un grande compito, ma quando lo svolge umilmente, con docilità interiore. È allora che si manifesta il vero valore dell’uomo. Molte persone hanno compiti enormi da svolgere, ma non tutti sono disponibili a svolgerli con umiltà. [xvi]

 

39.

Il mondo non può essere salvato soltanto da Dio, senza la nostra partecipazione. E l’uomo non può essere salvato senza la sua partecipazione. Niente cambierà nella mia anima senza uno sforzo personale, senza la cooperazione con la Grazia di Dio. Quindi l’uomo deve portare la croce della redenzione. Non possiamo esonerarci da questo obbligo. Non possiamo farci da parte come una folla di spettatori. Dobbiamo prendere parte attiva nella fatica di Dio per salvare il mondo. [xvii]

 

40.

Se per creare una nuova vita è necessario l’amore unificante di due persone, è proprio perché l’uomo esiste per amore e deriva dall’amore del Padre. In ciò si rivela la volontà di Dio, che vuole che l’uomo esista, proprio quell’uomo. [xviii]

 

41.

Non basta nascere come esseri umani, bisogna anche essere umani. A quanto pare, si può essere uomini umani o disumani. [xix]

 

42.

L’uomo rivela la sua personalità nel modo in cui tratta il suo prossimo.[xx]

 

43.

Non basta nascere con un corpo! Bisogna nascere dallo spirito. [xxi]

 

44.

Anche se l’uomo fosse santo, anche se avesse la forza e il potere più grandi, deve avere l’aiuto di un altro uomo. Questa è la naturale struttura di questo mondo. [xxii]

 

45.

La persona umana è l’essere più importante nello stato, nella nazione, nella famiglia e in sé stesso, a tal punto che Dio, il Verbo eterno, è venuto sulla terra per servire l’uomo. Questo è il cristianesimo! [xxiii]

 

46.

La Chiesa rivela all’uomo orizzonti enormi che gli danno un senso di così grande importanza personale e di così alta dignità che ognuno capisce che la vita va vissuta decorosamente, perché ce n’è una sola! La vita va vissuta con dignità, perché ce n’è solo una! [xxiv]

 

47.

L‘uomo che cerca la giustizia con tutto il cuore può trovare riposo solo nel cuore amorevole di Dio. [xxv]

 

48.

L‘uomo combatte costantemente in sé contro sé stesso. Lo spirito brama contro il corpo, il corpo contro lo spirito. È un vero duello, una lotta mortale che dichiariamo a noi stessi. [xxvi]

 

49.

L‘essere umano è più grande persino della comunità nazionale. Anche se ciò che ama di più è la nazione, anche se ha dato la vita per difendere la Patria, è pur vero che la Nazione di cui ha bisogno per il pieno sviluppo della sua cultura nazionale è nondimeno mortale, mentre l’uomo è immortale. Certo, le persone muoiono e le nazioni resistono, ma all’ultimo giorno non le nazioni, ma le persone risorgeranno dai morti. L’essere umano supera anche la nazione più potente, perché si rivela che essa non ha il pieno potere sulla persona umana. [xxvii]

 

50.

Portare aiuto è l’atteggiamento umano fondamentale e corretto. È meglio aiutare che attendere l’aiuto. È meglio dare che prendere. Anche prima del peccato originale, l’uomo non poteva fare a meno dell’aiuto di un altro essere umano. Quindi è un atteggiamento semplice, corretto, che ci orienta verso Dio e verso gli altri. Con questo atteggiamento, compiamo più fedelmente la Sua volontà. [xxviii]

 

51.

Lessere umano – è una grande, meravigliosa “architettura”, la cui “struttura in cemento armato” è concepita da Dio stesso. Dio incarica soltanto l’uomo di riempire questa struttura con la ragione, la volontà e il cuore, la fede e l’amore e di farne un tempio. Se un uomo non crede, se vive nel dubbio, allora invece del tempio di Dio, risulta una costruzione inefficace, rotta, inespressiva, una costruzione di cui nessuno può capire il senso. [xxix]

 

52.

Si dice dell’uomo moderno che sia privo di gioia, sebbene abbia molti divertimenti. Li cerca, ma fallisce in ognuno di essi, ed è più triste dopo ognuno di essi. È sopraffatto dallo scoraggiamento, dalla depressione. La gioia, infatti, può venire solo da Dio, che la desidera per i suoi figli. Quando è assente Dio dalla nostra anima, non siamo capaci di rallegrarci né essere felici. [xxx]

 

53.

Quanta inquietudine c’è nel cuore delle persone! L’uomo è lacerato dall’interno, si stanca perché si fida troppo degli impulsi del proprio cuore, e li subordina troppo poco all’azione del Cuore di Dio e allo stile materno del Cuore della Madre di Cristo. Ecco perché ci sono così tante miserie e infelicità nella vita delle persone. [xxxi]

 

54.

L‘essere umano sulla terra è il valore più importante – in famiglia, in patria, nella nazione e nello stato. È solo grazie al valore personale dell’uomo che qualsiasi altro obiettivo e valore sociale può essere raggiunto. Se non ci fosse l’uomo, non ci sarebbero la famiglia, la società, la nazione né lo stato. [xxxii]

 

55.

Se la verità che ci viene annunciata non porta all’amore e non sollecita atti d’amore, non è verità. Se la scienza si fonda sull’amplificazione delle differenze e degli opposti, se alimenta l’odio, non è scienza. [xxxiii]

 

56.

Ho incontrato persone educate dalla televisione. Che cosa hanno? Oltre alla perdita degli occhi, la superficialità del cervello. Solo una poltrona comoda e le pantofole, ecco a cosa mirano. Cosa nascerà da una tale generazione che non è impegnata in alcuno sforzo? (…) Quando una persona non raggiunge un certo livello morale e punta alla tecnologia, può diventare un disastro. [xxxiv]

 

[i] Obowiązki chrześcijanina idącego za Chrystusem. (Le responsabilità del cristiano che segue Cristo) Varsavia, Cappella del seminario, 17 aprile 1962. Ivi, 294-295.

[ii] Wieczna aktualność świętego. (L’eterna attualità del santo). Varsavia, Chiesa di San Clemente, 30 settembre 1970. KP 35, 123.

[iii] Miłość I, 233.

[iv] List II, 158-159.

[v] Omelia dell’undicesima domenica dopo la Pentecoste. Laski, 10 settembre 1944. Dattiloscritto.

[vi] Lettera pastorale O katolickiej woli życia (Sulla volontà cattolica di vivere). Lublino, Pasqua 1947. Listy, 60.   

[vii] Jasne promienie Dachau. (Raggi luminosi di Dachau.) Kalisz, Chiesa di San Giuseppe, 29 aprile 1965. Ivi, 200.

[viii] Rok wdzięczności i radości tysiąclecia. (Un anno di gratitudine e gioia per il millennio.) Gniezno, Abitazione del Primate, 31 dicembre 1965. KP 21, 354.

[ix] Słowo pasterskie na Tysiąclecie Chrztu Polski. (La Parola del Pastore sul Millennio del Battesimo della Polonia.) Gniezno, 27 febbraio 1966. Ivi, 483.   

[x] Zwycięstwo wiary naszej. (La vittoria della nostra fede). Varsavia, Abitazione del Primate, 24 dicembre 1973. Primat, 137.

[xi] W 25.rocznicę oddania Polski Sercu Pana Jezusa. (Nel 25 ° anniversario dell’affidamento della Polonia al Cuore di Gesù). Varsavia, 21 novembre 1976. KP 56, 72.

[xii]  Ciesz się i raduj z całego serca… (Rallegrati e gioisci con tutto il cuore…) Varsavia, 23 dicembre 1976. Ivi, 167.

[xiii] Wzięta do nieba Matka Boga-Człowieka (Assunzione della Madre dell’Uomo-Dio). Jasna Góra, 15 agosto 1977. Głos, 414.

[xiv] Omelia durante la dedicazione della targa commemorativa in onore di Giovanni Paolo II e della stazione della Via Crucis. Czerniejewo vicino a Września, 12 agosto 1980. KP 65, 27.

[xv]Abyście byli mężni i niezłomni w obronie człowieka. (Siate coraggiosi e risoluti nella difesa dell’uomo). Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, 3 aprile 1960. KP 6, 111; Uświęcenie, 191-192.

[xvi] Discorso sulla festa della donna. Varsavia, Abitazione del Primate, 8 marzo 1968. KP 28, 125.

[xvii] Droga, 25-27.

[xviii] Miłość I, 83.

[xix] Ivi, 108.

[xx] Ivi, 236.

[xxi] Do katolickiej Warszawy podczas procesji Bożego Ciała. (Alla cattolica Varsavia durante la processione del Corpus Domini). Varsavia, di fronte alla Cappella Universitaria di Sant’Anna, 20 giugno 1957. Ivi, 208.

[xxii] Droga krzyżowa dla prawników. (Via Crucis degli avvocati) Jasna Góra, 3 novembre 1957. Ivi, 158.

[xxiii] Abyście byli mężni i niezłomni. (Siate coraggiosi e risoluti). Varsavia, Chiesa delle Suore della Visitazione, 3 aprile 1960. Ivi, 195-196.

[xxiv] Co dzień ku lepszemu! (Ogni giorno verso il meglio!) Jasna Góra, 28 maggio 1961. Ivi, 262.

[xxv] Odezwa Wezwanie pasterskie do pracy wielkopostnej nad zwalczaniem wad społecznych. (Appello Richiamo pastorale al lavoro quaresimale per combattere i vizi sociali). Quaresima 1964. Listy, 451.

[xxvi] Droga krzyżowa lekarzy. (Via crucis dei medici.) Laski, 28 marzo 1965. KP 468.

[xxvii] Konstytucja pastoralna o obecności Kościoła w świecie współczesnym. (Costituzione pastorale sulla presenza della Chiesa nel mondo moderno) Varsavia, Basilica Cattedrale di San Giovanni, 20 marzo 1966. KP 23, 113.

[xxviii] Prymas Polski wzywa ludzi dobrej woli do pomocy Kościołowi i chrześcijańskiej Ojczyźnie przez Bogurodzicę, Matkę Kościoła. (Il Primate della Polonia invita le persone di buona volontà ad aiutare la Chiesa e la Patria cristiana attraverso la Madre di Dio, Madre della Chiesa.) Jasna Góra, 26 agosto 1969. KP 32, 91.

[xxix] Architektom i wychowawcom w polskim Betlejem. (Agli architetti e agli educatori nella Betlemme polacca.) Varsavia, Abitazione del Primate, 10 gennaio 1971. KP 36, 27.

[xxx] Niechaj miłość idzie w Polskę. (L’amore vada in Polonia.) Varsavia, Basilica Cattedrale di San Giovanni, 6 dicembre 1976. KP 56, 113-114.

[xxxi] Ostatnia nadzieja ludzkości – otwarte serce! (L’ultima speranza dell’umanità: un cuore aperto!) Varsavia, Santuario di Sant’Andrea Bobola, 13 giugno 1980. KP 64, 253-254.   

[xxxii] Wielka budowa ładu Bożego w świecie. (La grande costruzione dell’ordine di Dio nel mondo.) Góra Świętej Anny, 29 giugno 1980. Ivi, 275.

[xxxiii] Odezwa Do młodzieży akademickiej na nowy rok pracy. (Appello Ai giovani universitari per il nuovo anno sociale) Varsavia, 26 settembre 1960. Listy, 369.

[xxxiv] Abyście byli synami światłości. (Affinché siate figli della luce.) Varsavia, Chiesa di Sant’Anna, 21 marzo 1959. Uświęcenie, 282.

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2024-11-25 00:15:12