Entra in vigore la legge polacca pro-vita: cosa significa la pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale sull’aborto?
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La legge polacca aumenta la protezione della vita nel periodo prenatale. Quasi 100 giorni dopo l’annuncio, mercoledì sera sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la sentenza della Corte costituzionale sull’aborto terapeutico. In che modo questa decisione influirà sulla protezione della vita nella legislazione polacca?
Fino alla pubblicazione della sentenza del 22 ottobre 2020, la legge polacca prevedeva che il diritto alla vita fosse tutelato, anche nella fase prenatale, ad eccezione di 3 circostanze descritte nella Legge sulla pianificazione familiare.
Secondo queste norme, l’aborto era consentito in caso di gravidanza derivante da stupro, di pericolo per la vita o la salute della madre, e anche in caso di “alta probabilità di grave e irreversibile menomazione del feto o di una malattia incurabile che minacciasse la sua vita”.
La pubblicazione della sentenza del Tribunale Costituzionale stabilisce che perde forza giuridica la terza delle predette premesse. La sentenza del Tribunale l’ha ritenuta incompatibile con la Costituzione Polacca. Secondo gli ambienti pro-vita, la Chiesa cattolica e i parlamentari che hanno presentato l’istanza al Tribunale, questa è una premessa che consente l’aborto eugenetico. Secondo i dati del Ministero della Salute, risulta che nel 2019 la probabilità di sindrome di Down ha causato il 40% di tutti gli aborti effettuati. Secondo le informazioni fornite dal ministero, nel 2016-2018 sono stati eseguiti in Polonia un totale di 3.231 aborti.
“La selezione delle persone a causa di malattia e disabilità è incostituzionale. Sono lieto che sia stata pubblicata la motivazione della sentenza del Tribunale su questa questione”- ha scritto Bartłomiej Wróblewski, membro del partito al potere Legge e Giustizia, coautore dell’istanza al Tribunale sull’aborto.
Oltre alla sentenza, è stata pubblicata anche la motivazione della decisione del Tribunale. “Secondo il Tribunale, un bambino non ancora nato, in quanto essere umano – persona che gode di una dignità innata e inalienabile, è soggetto avente diritto alla vita, e pertanto l’ordinamento giuridico – ai sensi dell’art. 38 della Costituzione – deve garantire la dovuta tutela a questo bene centrale, senza il quale tale soggettività verrebbe soppressa”- afferma la motivazione della sentenza del 22 ottobre. Come è stato aggiunto – il Tribunale è del parere immutabile che “non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che le disposizioni costituzionali garantiscono la tutela della salute del concepito”.
“La motivazione della sentenza sottolinea chiaramente che finché la vita e la salute della madre non sono in pericolo, la protezione legale della vita del bambino è piena. Questo è un passo in avanti, una ferma rimozione dell’aborto puramente eugenetico dalla legge polacca, commenta l’avvocato Jerzy Kwaśniewski, presidente dell’Istituto Ordo Iuris.
Contro la sentenza del Tribunale di 15 membri, due giudici hanno presentato pareri dissenzienti. Nel caso della motivazione, erano tre i membri della corte.
Nella sua sentenza del 22 ottobre, il Tribunale aveva indicato che il legislatore dovrebbe adeguare la legge alla sentenza. Data la difficile situazione delle madri, i legislatori dovrebbero istituire per loro un reale aiuto. È stato sottolineato che non si può far pesare la cura di un bambino gravemente malato solo sui genitori.
Dopo la pubblicazione della sentenza, nel diritto polacco esistono ancora due casi in cui si ammette l’aborto: quando la gravidanza rappresenta una minaccia per la vita o la salute della madre o quando la gravidanza è il risultato di un atto proibito (il più delle volte stupro).
L’estensione dell’ambito di applicazione della tutela giuridica della vita ai sensi della Costituzione è entrata in vigore il giorno della pubblicazione della sentenza.
Tłumaczenie powstało na zamówienie Fundacji ŻYCIU TAK im. Niepokalanego Poczęcia Najświętszej Maryi Panny
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